Franciacorta: perchè si chiama così?
Il nome del vino "Franciacorta", prodotto secondo il metodo classico, deriva dall’omonimo territorio vitivinicolo in provincia di Brescia, ma l’aspetto più curioso ed interessante di quest'area è sicuramente il suo legame alla vocazionalità e alla sua propensione alla coltivazione della vite.
Basta infatti risalire all’origine etimologica del termine “Franciacorta” per capire quanto sia fitta la relazione tra vino e zona di produzione.
Franciacorta, secondo l’ipotesi più accreditata, deriva da “Corte Franca”: per vari secoli, nell’area attorno al lago d’Iseo, si insediarono delle piccole comunità di monaci benedettini dediti alla coltivazione della vite.
La loro produzione enologica fu immediatamente riconosciuta come di qualità superiore, un patrimonio da incentivare e salvaguardare.
Per permettere ai monaci di dedicarsi al lavoro in vigna e per concentrare i loro sforzi fisici ed economici, le comunità benedettine godevano di alcuni vantaggi, soprattutto in termini di esenzioni dal pagamento di tasse e tributi imperiali ed ecclesiastici.
Da qui l’espressione latina “curtae francae” con cui venivano definite, ovvero “corti franche o libere” da alcune imposte.
Il toponimo “Franzacurta” comparve per la prima volta in un documento del 1277 ed è frutto di una serie di trasformazioni linguistiche dell’originario “curtae francae”, variazioni che poi hanno portato all’attuale “Franciacorta”.
Basta infatti risalire all’origine etimologica del termine “Franciacorta” per capire quanto sia fitta la relazione tra vino e zona di produzione.
Franciacorta, secondo l’ipotesi più accreditata, deriva da “Corte Franca”: per vari secoli, nell’area attorno al lago d’Iseo, si insediarono delle piccole comunità di monaci benedettini dediti alla coltivazione della vite.
La loro produzione enologica fu immediatamente riconosciuta come di qualità superiore, un patrimonio da incentivare e salvaguardare.
Per permettere ai monaci di dedicarsi al lavoro in vigna e per concentrare i loro sforzi fisici ed economici, le comunità benedettine godevano di alcuni vantaggi, soprattutto in termini di esenzioni dal pagamento di tasse e tributi imperiali ed ecclesiastici.
Da qui l’espressione latina “curtae francae” con cui venivano definite, ovvero “corti franche o libere” da alcune imposte.
Il toponimo “Franzacurta” comparve per la prima volta in un documento del 1277 ed è frutto di una serie di trasformazioni linguistiche dell’originario “curtae francae”, variazioni che poi hanno portato all’attuale “Franciacorta”.