PRODUTTORE
Gabriele Morra
NAZIONE
Italia
TIPOLOGIA
Vino Rosso
VITIGNO
Nebbiolo
DENOMINAZIONE
DOCG
REGIONE
Piemonte
ZONA DI PRODUZIONE
Macellai di Pocapaglia
ANNATA
2020
FORMATO
0,75L
GRADAZIONE
14%
TEMPERATURA DI SERVIZIO
16/18 °C
ABBINAMENTO
Grandi carne rosse, selvaggina e cacciagione sotto forma di arrosti, brasati e bolliti; primi piatti importanti accompagnati da tartufo bianco d'Alba.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Il Barbaresco di Morra Gabriele è un vino rosso Piemontese dotato di classe e personalità, nasce da un affinamento in botti grandi di legno per almeno 18 mesi. Al palato si presenta elegante e raffinato, avvolgente, dal piacevole tannino e dalla lunga persistenza, al naso si percepisce subito la tostatura di caffè e cioccolato amaro , i frutti rossi maturi e le spezie dolci. La potatura e le lavorazioni del terreno sono scandite dalle fasi lunari, la difesa fitosanitaria è affidata soltanto a rame, zolfo e preparati naturali; i sovesci autunnali composti da leguminose, graminacee e crucifere (senape) ci permettono di arricchire il terreno di sostanza organica naturale e di aumentare la biodiversità favorendo la presenza di insetti utili. Tutto questo per riuscire a portare i grappoli sani a maturazione e per consentire di vinificare senza l’utilizzo di correttivi e prodotti chimici. L’uva fermenta in maniera spontanea; il vino affina, a seconda della tipologia, in acciaio o in legni di rovere per mesi; l’imbottigliamento avviene senza filtrazione o stabilizzazione.
CANTINA
Il nome di questa cantina di Langa è, per l’esattezza, “Morra Gabriele, già Pautasso Vini dal 1880”. Se, come caldamente vi consigliamo di fare, deciderete di visitarla, non troverete tuttavia nessuno che si chiami Pautasso, né vi accoglierà Morra Gabriele (prima il cognome, come a scuola o sotto il militare quando ancora si faceva). Lo faranno invece due brillanti ragazzotti, Gabriele Testa e Stefano Campaniello, rispettivamente classe 1981 e 1983. Il Gabriele Morra dell’etichetta era il nonno del primo dei due; aveva rilevato anni addietro una di quelle vecchie, tradizionali cantine piemontesi. I ragazzi si sono conosciuti, per divenire poi soci, nel 2013: Stefano, nella ristorazione da sempre, era responsabile di sala di un posto che aveva Gabriele come cliente. Oggi la cantina, che prosegue l’attività nel nome del famoso nonno, conta solo sui due ragazzi, Gabriele ama trascorrere il suo tempo in vigna, lavorando la terra e aiutando il terreno a mantenere il suo equilibrio; in cantina Stefano ha le idee chiare, lavora con lunghe fermentazioni, vasche di cemento e botti di legno di rovere con l’obiettivo di avere vini territoriali. Nel loro futuro, Gabriele e Stefano vogliono, naturalmente, continuare su questa strada dando spazio alla ricerca e a nuovi progetti.
Qualità, il centro del nostro brand
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