Il metodo “Champenoise”
Il Metodo Champenoise, detto anche metodo classico, è una tecnica che sta alla base della produzione di tutti gli spumanti di alta qualità, dallo Champagne al Franciacorta.
Le uve più utilizzate sono solitamente le classiche uve dello Champagne, quindi lo Chardonnay, il Pinot Noir ed il Pinot Meunier, ma anche il Pinot Bianco, il Trebbiano, il Riesling, lo Chenin Blanc e, in generale, tutte quelle uve capaci di sviluppare ricchezza, complessità e longevità.
Il metodo classico è caratterizzato dalla presenza di una seconda fermentazione in bottiglia, detta “presa di spuma”.
Oltre al vino, vengono aggiunti all’interno della bottiglia lieviti e zuccheri (liqueur de tirage), dopodiché la bottiglia viene sigillata con un tappo a corona e posizionata in maniera obliqua, con il tappo rivolto verso il basso, e ruotata periodicamente, in modo da far affluire i lieviti verso il tappo.
Terminata la seconda fermentazione, la bottiglia continua a riposare nella stessa posizione per un minimo di 18 mesi (da cui derivano i famosi “mesi sui lieviti” della bottiglia).
Successivamente avviene la sboccatura (degorgement), che consiste nell’apertura della bottiglia per l’espulsione dei lieviti.
Dopo la sboccatura, al fine di recuperare il liquido perso durante la stessa, viene aggiunto il liqueur d’expedition, una miscela, spesso segreta, composta dallo stesso vino, zuccheri o altri distillati.
A seconda della quantità aggiuntiva di zuccheri si decreta il dosaggio della bollicina (dosaggio zero, brut, demi-sec, ecc).
A questo punto la bottiglia è pronta per essere sigillata con il classico tappo a fungo in sughero e viene riposta nella sua gabbietta metallica per assicurarne la tenuta.
Le uve più utilizzate sono solitamente le classiche uve dello Champagne, quindi lo Chardonnay, il Pinot Noir ed il Pinot Meunier, ma anche il Pinot Bianco, il Trebbiano, il Riesling, lo Chenin Blanc e, in generale, tutte quelle uve capaci di sviluppare ricchezza, complessità e longevità.
Il metodo classico è caratterizzato dalla presenza di una seconda fermentazione in bottiglia, detta “presa di spuma”.
Oltre al vino, vengono aggiunti all’interno della bottiglia lieviti e zuccheri (liqueur de tirage), dopodiché la bottiglia viene sigillata con un tappo a corona e posizionata in maniera obliqua, con il tappo rivolto verso il basso, e ruotata periodicamente, in modo da far affluire i lieviti verso il tappo.
Terminata la seconda fermentazione, la bottiglia continua a riposare nella stessa posizione per un minimo di 18 mesi (da cui derivano i famosi “mesi sui lieviti” della bottiglia).
Successivamente avviene la sboccatura (degorgement), che consiste nell’apertura della bottiglia per l’espulsione dei lieviti.
Dopo la sboccatura, al fine di recuperare il liquido perso durante la stessa, viene aggiunto il liqueur d’expedition, una miscela, spesso segreta, composta dallo stesso vino, zuccheri o altri distillati.
A seconda della quantità aggiuntiva di zuccheri si decreta il dosaggio della bollicina (dosaggio zero, brut, demi-sec, ecc).
A questo punto la bottiglia è pronta per essere sigillata con il classico tappo a fungo in sughero e viene riposta nella sua gabbietta metallica per assicurarne la tenuta.